Mi piace sempre partire da una leggenda per sognare un po. Così vi racconto la leggenda della Pigna, oggetto che ricorda il Mediterraneo e nello specifico la Sicilia e le sue genti.
Eccoci, dalla Sicilia, dunque alla Germania dove viveva una famiglia povera che, per riscaldare la gelida casa dall’inverno in corso, decise di raggiungere la foresta vicina e raccogliere legna. Decise di raccogliere anche i frutti legnosi, per venderli e comprare cibo. Un elfo del bosco chiese loro perché li stavano rubando al piccolo popolo, cos il capofamiglia racconto la triste realtà di fame e di freddo. L’elfo suggerì di andare in un’altra foresta dove avrebbero trovato pigne “più buone”. La donna seguì le indicazioni, ma cadde dalla stanchezza e dal freddo…si addormentò.
Si svegliò dalla caduta di una pigna sulla testa…e poi altre ancora. Le raccolse e ritornò a casa. Una volta giunta a dimora si accorse che le pigne erano diventate d’argento. Corse a venderle ricavando tanto denaro da non soffrire più di freddo e di fame. Da allora la gente del paese tiene in casa una piccola pigna come porta fortuna.
Facendo un salto nel passato la pigna veniva associata:
- all’uovo cosmico da cui si credette fosse nato il mondo.
- Poi si collegò alla ghiandola pineale dove si riteneva risiedesse l’anima
- La pigna è un sempreverde, rappresenta la forza e l’eternità
- Proprio per l’abbondanza dei semi che ingloba è associata alla fecondità
Nella tradizione siciliana è diffusa l’usanza di regalarla alle nuove famiglie con l’augurio di salute e buona fortuna. La troviamo sui balconi sui cancelli di antiche ville e giardini.
La ammiriamo anche, sulle facciate di chiese, conventi e troni di re e pontefici come senso metaforico tra umano e divino.
I maestri ceramisti siciliani ne realizzano di ogni dimensione e colore. Oggi vengono utilizzate come complementi di arredo, bomboniere o ferma documenti sulle scrivanie degli uffici sempre per buon auspicio.
Quella che tengo a cuore arriva da Santo Stefano di Camastra (ME ). Ci troviamo al confine tra le province di Messina e Palermo, a soli 70 metri sul livello del mare, conosciuta come “La Città delle Ceramiche”. E’ caratteristica, unica nel suo genere, per le vie piene di coloratissime botteghe di ceramica e ricche di interventi di arredo urbano. Il centro che emula le forme del parco francese di Versailles al quale si richiama la forma della pianta di villa Giulia a Palermo, è ampliamente decorata nelle strade, ai numeri civici delle case, nelle insegne ed i pavimenti dei locali, cos come le fontane, i muri rivestiti di splendide mattonelle maiolicate, conferiscono una cornice unica e magica alla solare cittadina.
Da visitare sicuramente:
- il Duomo, costruito nel 1685, contenente bellissime statue e dipinti del ‘600 e del ‘700;
- la Chiesa di Maria SS. Della Catena con la tomba del Duca di Camastra,
- Palazzo Trabia, sede del Museo della Ceramica
- Palazzo Armao, sede della Biblioteca Comunale con all’esterno frontoni neoclassici e decorazioni in ceramica.
Anche il Cimitero Vecchio merita una visita con le sue tombe rivestite di antiche mattonelle.